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Catacombe a SantAntioco 2

Le catacombe di Sant'Antioco sono un sito archeologico situato nel comune sardo di Sant'Antioco. La necropoli è la testimonianza più antica del cristianesimo in Sardegna. Il sito fu ricavato mettendo in comunicazione camere funerarie puniche del V secolo a.C., affinché i primi membri della neo comunità cristiana potessero essere sepolti il più vicino possibile alla tomba di Sant'Antioco.

Descrizione del sito[]

Prima camera[]

Nella prima camera, quella a cui si accede dal lato destro del transetto della Basilica si può subito notare un grande sarcofago in pietra trasformato in altare per rito romano antico, che sarebbe la tomba di Sant'Antioco, attualmente vuota perché nel 1615 il corpo che vi riposava all'interno da 1488 anni venne rimosso su indicazione del vescovo di Cagliari mons. Francisco de Esquivel. La tomba originale fu quindi distrutta in quell'occasione e fu poi ricostruita approssimativamente secondo le dimensioni della precedente.

Attorno alla tomba vi sono sei colonne di marmo (una delle quali incastonata in un muro,che originariamente non esisteva) che furono trasportate lì nell'XI secolo a mano dei monaci Vittorini di Marsiglia che avevano in custodia la chiesa. Queste colonne servivano a creare un percorso processionale attorno alla tomba del Santo. Sul muro accanto alla tomba sono incementati dei marmi che in origine abbellivano altari o arredi della chiesa.

Seconda camera[]

Ci ritroviamo davanti ad un tipo di tomba tipicamente cristiana, detta arcosolio, in origine completamente affrescata, di cui ora si conservano soltanto delle macchie. Le macchie rosa centrali formavano la figura di un uomo che potremmo identificare col Buon Pastore.

Terza camera[]

In questa camera sono state disposte delle ossa per mostrare come i corpi stavano all'interno delle tombe terranee (quelle destinate ai più poveri) sul lato sinistro, addossato alla parete si può notare un sarcofago che presenta ancora tracce di pittura. Si presume potesse essere una tomba a mensa.

Quarta camera[]

In questa stanza c'era sicuramente sepolta una famiglia molto ricca: lo deduciamo dalle tracce di affresco che coprivano completamente tutto l'ambiente. Al centro, in alto, sono visibili le lettere "E VIBA", la frase completa poteva essere: IN PACE VIBAS ("che tu viva in pace". La forma "Vibas" anziché "Vivas" è una forma dialettale) oppure "Nome maschile della II dec. al caso vocativo es: MARCE VIBAS IN PACE" ("che tu, Marco, possa vivere in pace") comunque un augurio per la vita all'aldilà. In basso a destra si trova un'anfora che veniva presumibilmente utilizzata durante la sepoltura di bambini.

Quinta camera[]

Questa è la camera dove, secondo la tradizione, il 13 novembre del 127 morì Sant'Antioco. Sulla parte sinistra sono visibili delle colonne che costituivano una rara tomba a baldacchino.

Parte pagana[]

Qui troviamo tombe non utilizzate dai cristiani e pertanto la loro forma è intatta. Le aperture sono state create dagli archeologi nel secolo scorso. L'unico ingresso è ancora occluso da una grossa pietra ed è davanti al tramezzo centrale. Ai lati notiamo delle nicchie in cui erano posti gli effetti personali del defunto. All'interno di questo genere di camere il defunto stava in una cassa di legno avvolto da lenzuola di lino.

Bibliografia[]

  • Osvaldo Lilliu, Il martyrium di S. Antioco nel Sulcis. Lettura iconologia e di tecnica costruttiva di un grande organismo cupolato altomedioevale in Sardegna, Cagliari [1986]
  • Complesso episcopale e città nella Sardegna tardo romana e altomedievale, schede di A.M. Giuntella-L. Pani Ermini, in Il suburbio delle città in Sardegna: persistenze e trasformazioni. Atti del III convegno di studio sull'archeologia tardoromana e altomedievale in Sardegna, Taranto, 1989, pp. 69-73
  • L. Porru-R. Serra-R. Coroneo, Sant'Antioco, Le catacombe, La Chiesa Martyrium, I frammenti scultorei, Cagliari, Stef, 1989

Voci correlate[]

  • Necropoli
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